Luoghi del sacro popolare

LESMO

Luoghi del sacro popolare

Lesmo e Camparada MB, Italia

Un itinerario attraverso i luoghi della devozione popolare tra Lesmo e Camparada

Suggerimementi per una visita libera

FUNTANIN DEL SULDA'
Lungo il percorso del fiume Lambro, si trova la fonte della Madonna del soldato, che pare sia sorta miracolosamente per dissetare un soldato che invocava la Madonna. La tradizione popolare racconta che correva l'anno 200 d.C. e un manipolo di soldati romani di ritorno dalle Gallie si aggirava nella Valle del Pegorino in cerca di acqua. Causa il periodo di siccità il rio Pegorino era completamente in secca. Il comandante del drappello, animato dalla nuova fede cristiana, si inginocchiò e pregò la Madonna affinché lo aiutasse a trovare dell'acqua. Ad un certo punto il suo cavallo si imbizzarrì e cominciò a scalpitare finché, grattando il terreno con gli zoccoli, fece prodigiosamente zampillare l'acqua di un fontanile. Successivamente per commemorare questo fatto, fu eretta una cappellina con l'immagine della Madonna. Durante i secoli seguenti la cappellina fu più volte distrutta e ricostruita. L’attuale edicola dell’antico luogo di culto popolare risale al 1876. Il Funtanin del Suldà è stato inserito dal FAI nel censimento dei luoghi del cuore. Un recente smottamento del terreno impedisce l'accesso al sito posto all'interno del bosco. Descrizione e fotografie del luogo saranno esposti nella Chiesa di San Carlo.

CHIESA DI SAN CARLO
Nel 1200 a Gerno si registrano due cappelle, una dedicata a S. Alessandro e l'altra a S. Giovanni Battista. Non si hanno più notizie delle due cappelle fino al 1581, dove da un rapporto di San Carlo Borromeo in visita al Gernetto si evince che l'unica sopravvissuta alla rovina fu quella di S. Alessandro al Gernetto. Il sacerdote Elia Bernareggi con un testamento datato 9 luglio 1616, assegnò in donazione alla chiesa da lui fatta fabbricare in Gerno, dedicata alla Visitazione della Beata Vergine Maria e a San Carlo una casa rustica, un pezzo di terra, detto il Ronco con l'obbligo della celebrazione di una messa quotidiana. Nel 1639, con testamento di Giovanni Bernareggi, l'Oratorio (patronato della famiglia Bernareggi di Monza) fu l'erede della chiesa, di una casa con giardino in Gerno e dieci pertiche milanesi di bosco in territorio di Lesmo. Una descrizione della chiesa all'epoca la si trova in un documento del 1756: "La chiesa è costituita da un altare maggiore in mattoni sopra al quale poggia il tabernacolo in legno. Sopra due gradini di legno, dorati e lavorati elegantemente, sono posti la croce, i candelieri ed altri sacri ornamenti e dalla parte dell'epistola fu scavata un'apertura per porre le ampolline. Sotto la volta della cappella, tra il coro e il popolo, è collocato il Crocifisso, senza l'ornamento del velo. Il pavimento è di mattoni. L'altare ha un'icona dipinta su tela, che rappresenta S. Paolo. Sulla parete, in mezzo all'altare, c'è l'immagine della Visitazione dipinta con eleganza su tela ". Attualmente non rimane quasi nulla di quanto descritto sopra.
Infatti la chiesa, a navata unica, con slanciata facciata coronata da timpano, è stata probabilmente rimaneggiata nella seconda metà dell'Ottocento, per iniziativa, si tramanda, del conte Gian Luca della Somaglia, allora proprietario dei beni del Gernetto. Nel 1970 la chiesa fu oggetto di restauro, vennero rifatti marmi, i confessionali, l'altare, il tabernacolo, il fonte battesimale, i quadri della via crucis e la Madre con Bambino. Il crocefisso e il quadro di S. Carlo risalgono invece al 1989.

photocredit: arch. Massimo Castoldi

CHIESA PARROCCHIALE SANTA MARIA ASSUNTA
L'esistenza a Lesmo di una chiesa è documentata nel Liber Notitiae di Goffredo da Bussero fin dal XIII secolo. Secondo fonti documentarie parrocchiali, la più antica testimonianza in merito alla chiesa dedicata a Santa Maria Assunta risale al 1° giugno 1539, quando venne consacrata l'attuale parrocchiale, restaurata ed arricchita poi di preziose reliquie donate dal cardinale Federico Borromeo nel XVII secolo. Subì in seguito numerosi interventi di trasformazione e ampliamento, i più significativi dei quali si verificarono tra il 1741 ed 1745, con la costruzione di cappelle laterali e tra il 1842 e il 1852, quando, su progetti dell'Architetto Felice Pizzagalli e dell'Ingegner A. Cantalupi, l'edificio assunse l'impianto attuale a croce greca, con sviluppo in lunghezza di circa 30 metri e con una larghezza pari a 26,8 metri. Ulteriori modifiche furono compiute negli anni 1928-29, durante i lavori di restauro della monumentale facciata. La parte anteriore della chiesa è precedeuta da un pronao tetrastilo con capitelli dorici e caratterizzata nella parte centrale, corrispondente alla navata principale, da un maggiore sviluppo in altezza con un secondo ordine scandito da tre nicchie. Nella nicchia centrale, più ampia e sormontata da cornice aggettante semiellittica, invece delle statue presenti nelle due nicchie laterali, venne collocata l'immagine delal Vergine Assunta realizzata in mattonelle di ceramica. L'interno della chiesa, a tre navate con cappelle laterali, conserva, oltre ad un dipinto di Camillo Procaccini raffigurante la Madonna del Rosario, numerosi affreschi, statue e medaglioni marmorei scolpiti, realizzati tra la fine dell'Ottocento ed i primi decenni del novecento.

CHIESA DI SANT’EUROSIA 
La piccola Chiesa dedicata a Sent'Eurosia risale probabilmente ad epoca anteriore al Settecento. La mappa del catasto teresiano (1721) mostra come a quel tempo l'oratorio si trovasse decentrato rispetto al perimetro settecentesco della cascina, ai margini di una zona occupata allora dal "brolo" e dal giardinao padronale. Dall'analisi delle mappe del 1722 è ben visibile la precedente struttura della cascina, edificata su modulo quadrato e con una piccola chiesetta dedicata alla Madonna del Carmine. La chiesa attuale, Oratorio dedicato a Sant'EurosIa, prende forma tra il 1880 e il 1890, dopo la demolizione del precedente edificio e con la ristrutturazione generale della cascina. L'edificio religioso venne a trovarsi nel mezzo della corte rettangolare. Recenti e forse troppo incisivi interventi di restauro, hanno in parte alterato l'aspetto della chiesa, utilizzando talvolta materiali inadeguati ai caratteri originari dell'edificio. La Corte dove è situata la chiesa, rappresenta un insieme architettonico concluso e simmetrico, costruito attorno all'edificio di culto che divide lo spazio in due "aie" distinte.

 

 

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